Più anziani e migranti, sempre in calo le nascite

L’area metropolitana bolognese nel 2033 secondo l’Istat

 

Articolo di Giorgio Tonelli

anzianiFra 15 anni la città metropolitana  avrà un milione e 42mila residenti, quindi   30mila persone in più rispetto ad oggi. 407mila   abiteranno nel comune di Bologna e gli altri sparsi nei 54 comuni (da Imola a Castel del Rio). Ad annunciarlo non è una maga con la sfera di cristallo, ma l’Istat e l’Ufficio di statistica del comune di Bologna che dal 1983, a scadenza triennale, elaborano le previsioni demografiche.

L’indagine, dal titolo “Gli scenari demografici per l’area bolognese al 2033” rileva inoltre un capoluogo che ringiovanisce rispetto ad una provincia  che invecchia con una impennata degli over64.

Nel 2033 saranno quasi 300mila gli anziani residenti nei 55 comuni dell’area metropolitana, con un incremento rispetto ad oggi di circa 50mila persone.  Ma se per Bologna l’aumento sarà del +12,9%,   per gli altri comuni diventerà un + 22,6%. In particolare i cosiddetti “grandi anziani” (80 anni e più) a livello metropolitano supereranno quota 100mila (attualmente sono 83.500), diventando quindi il 10% della popolazione nel 2033 contro l’attuale 8,3%. La speranza di vita continuerà ad aumentare (circa 83,5 anni per i maschi e 87 per le femmine) anche se si assisterà ad un ulteriore aumento del numero dei decessi per il progressivo invecchiamento della popolazione (nel 2017, nella città metropolitana ci sono stati 11.877 morti, circa 4.400 in più rispetto ai nuovi nati).

Naturalmente a compensare il calo del numero dei nati ci sarà, come ormai accade da tempo, il saldo migratorio positivo. Se questo non ci fosse, la popolazione in età lavorativa sarebbe destinata a ridursi nei prossimi 15 anni di quasi 100mila unità nell’intera area metropolitana.

Vedremo dunque   sempre meno bambini nelle nostre città. Previsto un calo del numero delle donne residenti in età feconda (15-49 anni). I demografi prevedono   infatti un ulteriore calo del 10% dei bambini fra i 3 e i 5 anni. Si ridurrà visibilmente anche la popolazione fra i 6 e i 10 anni, mentre almeno fino al 2025,   dovrebbe registrarsi un aumento dei giovani fra i 14 e i 18 anni.

Queste son le tendenze. Poi, ovviamente, il cambio degli stili di vita, dei sistemi valoriali, delle politiche sociali e occupazionali, insieme ai continui progressi della medicina, possono modificare o invertire questi dati.

I numeri devono servire per capire dove andare e quali risorse predisporre in futuro e in quale settore” afferma l’assessore alla Statistica di Bologna Davide Conte.

Due gli elementi che devono far riflettere: le culle sempre più vuote e la minore attrattività di alcuni comuni (specie appenninici) rispetto ad altri. Per il resto l’area bolognese conferma il buon livello dei servizi e della qualità della vita.

Grazie al cielo, dopo il calo demografico degli anni  settanta, sono ancora tante le famiglie che non solo dal Sud d’Italia, ma ormai  dal resto del mondo, scelgono la nostra terra. Se le culle resteranno vuote, piaccia o piaccia, il nostro futuro è nelle loro mani.

 

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