È l’ambizioso tema su cui uno speciale supercomitato di esperti è al lavoro da un anno
Articolo di Bruno Di Bernardo
Lo stato maggiore al completo della sanità bolognese, costituito dall’assessore regionale Sergio Venturi, dal presidente della Conferenza socio-sanitaria metropolitana Giuliano Barigazzi e dal Magnifico rettore Francesco Ubertini si è presentato alla stampa, lo scorso 17 luglio, per cercare di spiegare come intende riorganizzare i servizi distrettuali e ospedalieri nell’area metropolitana.
Il fatto stesso che si voglia cambiare le cose testimonia che lo stato di fatto non è accettabile per la stessa comunità sanitaria, prima ancora che per quella degli utenti. C’è la convinzione che si possa – e si debba – fare di meglio.
Nel giugno del 2017 è stato a tal fine insediato il Nucleo tecnico di progetto, un supercomitato di esperti che ha elaborato un documento – 91 pagine più 10 allegati – frutto appunto di un anno di lavoro di questi esperti (28 incontri, oltre 400 professionisti coinvolti), in cui sono stati disegnati quattro possibili scenari su come deve cambiare la sanità, e con essa come devono evolvere le categorie professionali sanitarie e quelle amministrative.
Il documento è da tutti consultabile (anche se sinceramente non sappiamo con quali risultati, vista la complessità delle questioni che affronta, ndr), su vari siti, ad es. qui http://partecipa.comune.bologna.it/quattro-scenari-la-sanita-del-futuro-nellarea-metropolitana-di-bologna. Risponde a domande pesanti, come ad es. se si può razionalizzare le reti ospedaliere rivedendo anche i modelli di assistenza distrettuale, oppure se si possono sviluppare le vocazioni degli ospedali facendone punti di riferimento regionale, nazionale o addirittura europeo. C’è anche il tema, davvero spinoso, di conciliare gli obiettivi assistenziali con le funzioni dell’Università, cui competono da sempre la ricerca e la didattica.
A fine presentazione, chi scrive ha domandato a tutti e tre i relatori se il futuro della sanità comprenderà anche un aumento degli organici medici, visto l’allarme con cui si è scoperto che presto gli organici formati dall’Università (leggi numero chiuso) non saranno più sufficienti. Ci ha risposto Ubertini osservando che, se dal Ministero gli aumenteranno gli organici con cui tenere i corsi, lui sarà felicissimo di laureare un numero maggiore di medici, e che oggi, più di così non si riesce a fare. Non ci sono state altre domande. A fine conferenza stampa, tutti i giornalisti se ne sono andati alquanto pensierosi e forse anche un po’ confusi. Comunque, la Conferenza Socio-Sanitaria metropolitana ha deciso di avviare da settembre una fase di consultazione aperta a tutti, professionisti, istituzioni, sindacati, università e perfino semplici cittadini. Chissà, magari a qualcuno viene un’idea geniale…