Fornendo una risposta affrettata ad un’interrogazione di Galeazzo Bignami, il ministro arricchisce il proprio palmares di figuracce e non si fa nuovi amici tra i pendolari della linea ferroviaria Bologna-Porretta
Articolo di Bruno Di Bernardo

Rispondendo ad un’inter-rogazione del deputato forzista Galeazzo Bignami, il ministro ai trasporti Toninelli non solo non si schiera “dalla parte del popolo”, per usare l’espressione ormai abusata dal M5s di cui Toninelli è espressione, ma mette quasi in dubbio la fondatezza delle lamentele sollevate, a nome di centinaia e forse migliaia di utenti, dal Comitato per la ferrovia Porrettana. Lo fa descrivendo la Porrettana come una specie di modello del nostro sistema trasportistico e dimenticandosi che le moltissime soppressioni di treni non sono considerate nelle percentuali che esprimono la puntualità e bontà del servizio.
Al rientro dopo l’estate i pendolari, per voce del loro rappresentante Valerio Giusti, hanno lamentato quattro “lunedi’ della vergogna”, ossia quattro giornate di disservizi per chi fa su e giu’ da Bologna a Porretta in treno. Disservizi tanto più gravi, quanto più immediatamente seguenti due chiusure della linea di due mesi ciascuna, prima per i danni causati da una frana, poi per lavori di revisione e manutenzione. E la stessa Citta’ metropolitana aveva già preso molto sul serio le lamentele dei pendolari, tanto da prendere in esame, nelle ultime settimane, l’idea di far partire una richiesta formale di indennizzo ai passeggeri che, anche tra venerdi’ 12 e domenica 14 ottobre, avevano lamentato ritardi di 30 minuti sulle corse principali.

Invece nella risposta del ministro Toninelli i disservizi vengono minimizzati, quasi che le lamentele fossero inventate o pretestuose. “Le soppressioni – scrive il ministro – di corse per cause dipendenti da Trenitalia sulla Porrettana nei primi cinque mesi del 2018 sono state pari allo 0,5% del totale delle 5.800 corse programmate“. Ed anche sui mezzi Toninelli sembra quasi stupito per le lamentele, visto che “tutta l’offerta di servizi regionali sulla Porrettana prevede materiale rotabile di nuova generazione“; infatti, elenca il ministro, dei 58 collegamenti nei giorni feriali, 48 vengono effettuati con Etr 350 e 10 con convogli composti da carrozze a doppio piano Vivalto.
Bignami aveva rivolto un’interrogazione al ministro con la richiesta di avere chiarimenti sui disagi patiti ad inizio 2018 dagli utenti. E Toninelli, nella sua replica divulgata dalle agenzie, ha scritto che “la possibile percezione di un andamento non soddisfacente del servizio nella prima parte dell’anno, potrebbe essere stata determinata dalle conseguenze portate dal maltempo nel periodo meta’ febbraio-meta’ marzo, oltre che dalla successiva interruzione della linea per la frana verificatasi nella zona di Marano“. Inoltre, puntualizza il ministro, “sebbene il tratto di linea Bologna-Porretta registri i piu’ alti livelli di puntualita’ rilevati su linee di pari caratteristiche, fino a raggiungere valori del 98,7%“, la grande frana “ha determinato picchi di disagi” a marzo, aprile e maggio; fu infatti necessario interrompere la circolazione dei treni dal 10 marzo al 21 maggio 2018.
“La dichiarazione rilasciata dal ministro – ha risposto sul profilo social del Comitato pendolari Valerio Giusti – dimostra come si possa facilmente sbagliare se si leggono i dati senza entrare nel merito. Il 2% di ritardi sembrerebbe un’inezia su una linea con circa 400 treni settimanali, invece 5/6 treni in ritardo sulla porrettana significano 2000/3000 persone in ritardo al lavoro. Un lavoro spesso precario che può essere messo a rischio anche con pochi ritardi. Senza contare che le percentuali sono falsate perché non tengono conto delle soppressioni. Nessun accenno agli utenti abbandonati nelle stazioni a bordo treno senza informazioni. Se la linea Porrettana fosse così tecnologicamente avanzata non ci sarebbero stati i lunedì della vergogna. I treni nuovi sono arrivati solo recentemente e grazie alla Regione Emilia Romagna che li ha acquistati. Nessun investimento è arrivato da Trenitalia o dallo Stato. Purtroppo viviamo nell’epoca della superficialità e questo ferisce quando riguarda chi ci governa”.