Parlano 4 sindaci delle valli e della montagna bolognese. Saranno il distanziamento sociale e l’aria pulita l’occasione d’oro per ripopolarle?
“Via dalle città, il futuro è nei vecchi borghi”. A dirlo non è qualche emulo di Jack London, mitico autore de Il richiamo della foresta, né qualche teorico della decrescita felice. A lanciare questa sfida, che ha un innegabile sapore romantico, è stato Stefano Boeri, ordinario di urbanistica al Politecnico di Milano, nonché architetto di fama.
In una lunga intervista su Repubblica, l’urbanista espone la sua tesi. “Ci sono 5800 centri sotto i 5mila abitanti, e 2300 sono in stato di abbandono. Se le 14 aree metropolitane adottassero questi centri, con vantaggi fiscali e incentivi…” e giù a snocciolare dati e argomenti, che non sembrano frutto di improvvisazione, ma piuttosto i temi di una riflessione che aspettava forse un’occasione storica come quella del coronavirus per uscire allo scoperto. I “vecchi borghi” di Boeri non sono solo quelli di montagna, ma in generale quelli fuori dalle città, con una bassa densità umana ed un’alta densità di verde.
Questo momento – dice Ivan Mantovani, sindaco di Monterenzio – sta dimostrando
che nelle comunità più isolate, con una scarsa densità abitativa e tanto verde,
il Coronavirus è sotto controllo. Il virus si diffonde maggiormente nelle aree con un più alto tasso di inquinamento”.
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A vedere in questa emergenza una grande possibilità è la sindaca di Monte San Pietro Monica Cinti. Fa l’esempio di un bando in uscita per gli under 40 che decideranno di rimanere o trasferirsi (per almeno 5 anni) in montagna […]
– Cosa ha fatto Valsamoggia per attrarre 2000 residenti in più?
– Cosa vorrebbe Fabrizio Morganti, sindaco di Loiano, per rendere il suo comune più attrattivo?
– Dove vuole investire Daniele Ruscigno per fare ancora meglio?
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Un’Idea Di Appennino, il giornale di chi vive e ama la montagna bolognese.